Tu sei qui

Agenzia dogane e Brexit: tutto quello che c’è da sapere

agenzia dogane e brexit
25 Febbraio 2020

Non era mai accaduto che uno Stato membro UE si avvalesse della facoltà prevista dall’articolo 50 del Trattato sull’Unione europea che prevede la possibilità di ritiro, e il fatto che questa decisione sia stata presa dal Regno Unito, elemento centrale nell’idea di Europa unita, ha generato confusione e stupore. Ma cosa succederà adesso nella circolazione delle merci tra UE e Regno Unito? Sono in molti a chiederselo, secondo i dati in possesso dell’ Agenzia delle dogane, sono più di 28.000 i soggetti che inviano o ricevono merci dalla Gran Bretagna.

Operazioni doganali export: si cambierà subito?

L’accordo sull’uscita britannica prevede una fase di transizione, che va dal 1 febbraio al 31 dicembre 2020, cosicchè nulla cambierà sul piano doganale in questo intervallo di tempo. Dal 2021, (salvo nuovi accordi), il Regno Unito non farà più parte del territorio doganale e fiscale (IVA e gestione accise) dell’UE, e perciò la circolazione delle merci sarà considerata commercio con un paese terzo. Fino a quella data, però, Unione europea e Gran Bretagna potranno decidere di darsi delle regole vantaggiose per l’ingresso, l’uscita o il transito delle merci attraverso il territorio doganale e fiscale dell’Unione e del Regno Unito.

Agenzia dogane e Brexit: cosa potrebbe accadere?

Alla fine della fase di transizione, salvo diversi accordi, negli scambi commerciali con la Gran Bretagna si applicheranno le regole doganali che valgono con i paesi terzi. Questo vuol dire che per gli operatori commerciali la mancanza di conoscenze sulle normative doganali potrebbe creare non poche difficoltà, con la relativa necessità di farsi assistere e supportare da professionisti esperti del settore. Detto ciò, il Regno Unito ha manifestato la volontà di aderire alla Convenzione per il transito comune, e la Commissione europea sta lavorando per trovare un’intesa il prima possibile, in mancanza della quale saranno applicate le norme previste per i paesi terzi che non aderiscono alla Convenzione.